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Writer's pictureJoe Ferraro

Scoprire la natura. Una scelta obbligata per un futuro migliore

Updated: Aug 21, 2021

Qualche settimana fa sono stato – insieme a un nutrito gruppo di bambini tra i 3 e i 5 anni – al MUBA (il museo dei bambini) di Milano. L’organizzazione perfetta e il team di qualificate educatrici hanno reso indimenticabile la nostra esperienza visuale. Col passare dei giorni, quasi in modo del tutto inconscio, un punto di domanda ha fatto capolino nella mia mente ironizzando astutamente sul fatto ch

e, nonostante la tanta (e mal gestita) natura attorno a noi, noi si tenda a sempre a virtualizzare il senso e il significato delle nostre esperienze, preferendo l’esperienza differita a quella immediata. L’idea del MUBA resta invariabilmente valida, ma io trovo davvero curioso il fatto che tutto sommato questi bambini abbiano visto oggetti morti e inanimati. “La natura non è un posto da visitare. È casa nostra.” diceva un aforisma di Gay Snyder affisso in bella mostra in una delle sale museali. Credo sia stata questa frase a farmi scattare il clic e a far emergere i confini del nonsense perché la natura vive a prescindere dei suoi reperti da collezionare ed è viva, là fuori, e pronta a farsi leggere, ascoltare e vivere.

Nel mio quotidiano lavoro con i bambini, ritengo sempre utile tentare di eliminare gli elementi di esperienza differita. La vita, così come la natura, si presenta senza fronzoli e allora perché diluirne i contorni, tenendo lontani i bambini dalle cose così come sono? Tant’è che, non appena escono dalla scuola, l’esperienza della vita si presenta immediata e immanente ai loro occhi, come un fiore vivo che sboccia sotto i loro occhi o come la danza dell’ape prima di posarsi su di esso. La primavera è ormai alle porte, con le piogge e con il sole, ed è questo il momento giusto per le famiglie di iniziare i bambini, a qualsiasi età, a scoprire la natura: gli oggetti, le luci e gli arredi della nostra meravigliosa casa. Portare i bambini al parco può essere già qualcosa, ma la trappola può essere molto subdola ed è facile cascarci dentro. Molto spesso, mi capita di passare attraverso i parchi e le scene sono più o meno sempre le stesse: tate-colf in fase di riposo, amabilmente concentrate in poderose conversazioni telefoniche o in compagnia di altre improvvisate babysitter a scambiarsi lamentele, o genitori (molto rari, a dire il vero) completamente assenti. E dei bambini che ne è stato? Beh, loro, come possono si organizzano saltando su è giù da ogni cosa sia alla loro portata. E questo succede sia nei parchi di città sia in quelli fuori città, dove i genitori sono preponderanti e dove il bisogno di evasione orienta le scelte dei piccoli… e improvvisamente anche il luogo con più alto potenziale si trasforma in un luogo di divertimento. E continuiamo a divergere, a distrarci da ciò che veramente è importante, perché la natura non è solo là fuori per rendere belle le nostre giornate, ma è la base imprescindibile della nostra vita su questo pianeta. I nostri figli saranno chiamati a essere responsabili del suo stato di salute e questa non sarà una scelta o uno dei modi per trascorrere il weekend.

I bambini hanno il sacrosanto diritto al gioco, così come hanno il sacrosanto diritto alla qualità dell’aria che respirano, dell’acqua che bevono, del cibo che mangiano e di tutto il resto che riteniamo importante per loro. I bambini non hanno colpa su quello che sta accadendo o su quello che è accaduto, ma il senso di responsabilità è un valore che si costruisce fin da piccoli accanto al rispetto per la natura e alla sua salvaguardia. Non c’è un piano B che riguarda la nostra Terra. I bambini questo possono comprenderlo.

E allora ben vengano i giochi che consentono di accostarsi con semplicità alla comprensione della natura nei suoi elementi essenziali; giochi che aiutano anche i grandi a rendersi consapevoli. Il fattore chiave, va da sé, è la curiosità, ma la curiosità va guidata, promossa nei bambini affinché non scambino la vita di un fiore in un souvenir da portare a casa. La full immersion nella natura non può e non deve essere come entrare in un supermercato. La natura chiede solo di essere compresa e rispettata.

Devo essere sincero, ho faticato non poco alla ricerca di giochi che rispettassero i requisiti che cercavo, ma poi una serie di strade alternative hanno reso agevole la scelta. Si tratta di giochi dagli otto anni in su, ma con la presenza di un genitore paziente o un educatore qualificato tutto può essere alla portata di mano anche di un bambino di quattro o di cinque anni.

Mi è molto piaciuta l’offerta ludo-educativa di Clementoni che suggerisce percorsi di scoperta del ciclo naturale delle piante attraverso l’uso di contenitori atti ad evidenziare il processo di nascita, crescita e sviluppo delle piante in idrocultura. Molto interessante anche il kit della biocosmesi, dello stesso brand, che promuove l’idea che quel che serve possa essere facilmente ottenuto dalla natura, con un pizzico di creatività eco-friendly. Basta davvero poco.

L’ultimo tassello della mia proposta è invece lo strumento indispensabile a genitori ed educatori a corto di idee su come promuovere il riconoscimento del valore della natura. Il saggio di Niccolò Barbieri, “Conosciamo la natura!” si presenta come un piccolo compendio di curiosità e di modi per accostare i bambini alla sua scoperta. La natura è un grande libro e allora diciamolo con Albert Einstein: “Guarda dentro la natura, e capirai tutto meglio.”

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